Federico di  Giorgi

Federico di Giorgi

Io ci credo ciecamente! 19 agosto 2023

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La cronaca delirante del mondo bellunese! Chi non ha mai sorriso, o meglio ancora, riso a crepapelle leggendo qualche strampalato e bizzarro articolo del Gazzettino, Corriere delle Alpi, del Mattino di Padova o della Tribuna di Treviso, alzi la mano.

Lo spettacolo Io ci credo ciecamente, che andrà in scena sabato 19 agosto 2023 alle ore 21:00 presso la sede della Cooperativa Sociale Dumia di Feltre, vede il noto attore, drammaturgo e regista Roberto Faoro immerso in una simbolica pagina gigantesca di quotidiani, proponendo al pubblico un'attenta analisi e lettura dei pezzi più strampalati, assurdi e spontaneamente deliranti, pubblicati nel corso degli anni sulle principali testate giornalistiche locali, dando vita a personaggi teatrali comici e svariate improvvisazioni, con il solo fine di ridere insieme di quella pagina assurda che riserva la realtà veneta con i suoi immancabili tic, manie, tormentoni, stereotipi e luoghi comuni.

Una sorta di Grande Fratello di carta, dove spesso capita di finire nell'assurdo e nel comico. 

Auspicando una nutrita partecipazione, lo stesso Faoro condivide la recente intervista rilasciata al programma radiofonico L'Oro in Bocca, condotto da Guido Beretta su Radio Belluno - Ascolta la tua città, in cui rievoca cosa lo ha spinto in passato a compiere l'assurda follia di diventare attore, oltre ad una presentazione di questo spettacolo molto divertente, comico e riflessivo.

 

 

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"Io se fossi Dio". Giorgio Gaber contro tutti.

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Il 1980? Uno degli anni peggiori dell'Italia repubblicana! Passato alla storia per i governi a guida democristiana, il terrorismo, il terremoto in Irpinia che colpì duramente la Campania Centrale e la Basilicata centro settentrionale, coinvolgendo in maniera ridotta anche il resto dell'Italia meridionale.

Io se fossi Dio, inedito singolo di Giorgio Gaber pubblicato in formato 12 pollici a 33 giri con un solo lato inciso, poteva uscire solo nel corso di quell'annus horribilis.

Nato da una prolungata conversazione telefonica tra lo stesso Gaber e Sandro Luporini, scrittore e pittore, nonchè ex giocatore di basket a buoni livelli, il testo della canzone venne fuori in poco più di un'ora, scritto a mano di getto, quasi senza correzioni.

L'autore se la prendeva un po' con tutti: dai borghesi ai giornalisti, dai politici ai brigatisti. Lunghi versi, alternati ad altri brevissimi senza struttura. Uno scempio della metrica, che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di trasformare in musica.

Fossero state scritte oggi, quelle dure e aspre parole, sarebbero state rigettate dalla critica con termini quali qualunquismo, antipolitica, populismo

Allo stato attuale dei fatti, Io se fossi Dio non ha perso un grammo del suo tragico splendore. A distanza di oltre 40 anni, è un brano ancora attuale, nonostante gli illustri personaggi coinvolti non sono più in vita. 

La politica è cambiata: i vecchi ideali sono stati per lo più rimpiazzati da slogan vuoti e privi di fondamento, a tal punto che si fa molta fatica a distinguere la destra dalla sinistra. 

Non è invece cambiato il potere, con il suo celeberrimo istinto di autodifesa e le sue cerimonie stantie, distanti anni luce dalla vita reale.

Io se fossi Dio è un grandissimo capolavoro. Lo dimostra il fatto che ascoltare certi passaggi così attuali, lascia una sensazione di puro sconforto. Questo fanno le grandi canzoni. Vivono per sempre.

Dopo questa premessa, voglio condividere la registrazione della rara intervista condotta da Sergio Saviane al "Signor G", tratta da Flexi Disc allegato al settimanale "L'Espresso", risalente al 31 maggio 1981, in occasione della promozione di questa apocalisse laica, dalle parole urticanti, scomode e spietate. 

Auguro un piacevole ascolto a tutti voi.

L'Italia di Giorgio Gaber - L'Espresso - rara intervista di Sergio Saviane 1981.

https://www.youtube.com/watch?v=eWzEVR8rPPs&t=16s

 

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Bella Feltria Statti Conservata

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La storia di Feltre dalle origini mitologiche al suo celebre Palio! Lo spettacolo ripercorre le vicende che hanno portato alla nascita di questa splendida cittadina medioevale, situata nel cuore delle Dolomiti Patrimonio Unesco, partendo dalle sue origini mitiche (il pronipote di Noè poi Erto, compagno di Ercole) fino alle più note vicissitudini, eventi e visite ricevute nel corso dei secoli.

La narrazione alterna la presenza di dialoghi a veri e propri momenti di pura narrazione, mettendo in risalto l'influenza positiva di amici, nemici, predatori occasionali e conquistatori che, ognuno con il proprio potere e ruolo ben definito, hanno contribuito alla costruzione di un'identità multiculturale e personale della città, votata alla praticità e semplicità da un lato, ma allo stesso tempo ricca di artisti e intellettuali dall'altro.

Roberto Faoro dà vita ad alcuni personaggi di pura immaginazione e fantasia come il Burlone e il Matto di Feltre, che hanno il compito di portare dell'ironia sul mondo, su Venezia, sulla stessa città di Feltre, ma anche sulla vita in generale.

Nel proseguo del racconto non mancano due avventurieri veneziani, che certi di poter sfruttare la propria provenienza, sono inseguiti dalle loro mogli inferocite per il mancato rientro nella terra d'origine.

Intanto anche il popolo oltre che i nobili, si prendono del tempo per riflettere sui numerosi vantaggi e svantaggi dell'andare sotto il dominio della Repubblica di Venezia.

Il linguaggio alterna un italiano contemporaneo, alla più tipica koinè feltrina e veneziana dei personaggi.

Lo spettacolo vede salire sul palco anche una rappresentanza dei giovani attori dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore di Feltre e Belluno, quale valida occasione per iniziare ad interagire con il pubblico più adulto. 

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Bella Feltria Statti conservata. 30 luglio 2023.

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La storia di Feltre e del suo celebre Palio! Domenica 30 luglio alle ore 18 presso Piazza Maggiore di Feltre (BL), l'attore, drammaturgo e regista Roberto Faoro porterà in scena  Bella Feltria Statti Conservata.

Lo spettacolo ripercorre la storia della nostra splendida cittadina medioevale, partendo dalle sue origini mitiche fino alle più recenti vicissitudini e visite ricevute nel corso dei secoli.

La narrazione si snoda attraverso dialoghi e momenti di pura narrazione, evidenziando così l'influenza positiva di amici, nemici, predatori occasionali e conquistatori che, ognuno con il proprio ruolo, contribuiscono inevitabilmente alla creazione di un'identità multiculturale per la città.

Allo scopo di rendere ancora più ricca e avvincente la trama, Faoro da vita ad alcuni personaggi di pura fantasia come il Burlone e il Matto di Feltre, che portano un pizzico di sana ironia sul mondo.

Inoltre, due noti avventurieri veneziani cercano in ogni modo di sfruttare la loro origine, allo scopo di conseguire vantaggi e benefici personali, mentre sono costantemente inseguiti dalle mogli che esigono il loro ritorno immediato in laguna.

Intanto la popolazione locale, riflette sui vantaggi e svantaggi di sottomettersi a un nuovo protettore, la Repubblica di Venezia.

L'opera scritta oltre una ventina d'anni fa, combina un linguaggio contemporaneo con elementi tipici della koinè feltrina e veneziana di alcuni personaggi.

La produzione coinvolge anche i giovani e promettenti attori dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore di Feltre e Belluno, che da nuovi membri si interfacciano e interagiscono con alcuni adulti.

Il racconto si conclude con l'osservazione disincantata ma allo stesso tempo poetica del Burlone e del Matto di Feltre, sulla storia e la vita nel mondo odierno. 

In caso di maltempo, l'evento verrà annullato. 

 

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