La Giusta Distanza. Festival sulle colline trevigiane.

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Distanza? La quantità di spazio tra due luoghi, tra due oggetti o più persone! Un altro significato riconducibile a questa parola è lontananza, come ad esempio tra te e un vecchio amico che non vedi o senti da anni, oppure tra Venezia città tra le più romantiche al mondo e il piccolo Comune di Segusino.

Con queste parole cariche di significato l'attore e regista trevigiano Mirko Artuso, attuale direttore artistico del Festival, ripercorre com'è nata l'idea di dare vita tre anni fa a La Giusta Distanza che, dal 19 al 23 agosto 2022 porterà tra Segusino, Quero Vas e Milies, un ricco e variegato palinsesto di eventi culturali che spaziano dal teatro, alla musica fino al cinema, allo scopo di riflettere e ritornare a divertirci in questo tempo sospeso.

Una vera e propria immersione nel paesaggio delle Dolomiti Unesco, un teatro naturale con i boschi come fondale, i prati come platea, le pedane di legno come palcoscenico, piccoli cortili e vecchi fienili a fare da scenografia.

Un'occasione unica per unirsi attorno ad un'idea comune, gustare piatti tipici della cucina veneta abbinati a pregiati vini locali, vedere crescere il mondo dell'arte e della cultura italiana come si vedono crescere i prodotti delle nostre terre.

Alzare gli occhi e godersi a pieni polmoni lo spettacolo, assistendo all'avvincente dialogo tra natura e palcoscenico, scambiandoci le maschere ascoltando la voce dal palco che accompagna la platea con una naturale complicità.

Tra i vari protagonisti della terza edizione del Festival sulle colline trevigiane, spicca il nome dell'attore, regista e drammaturgo Roberto Faoro che, domenica 21 agosto alle ore 21:00 presso il Centro Culturale di Quero, porterà in scena lo spettacolo La mamma di Arlecchino non dorme mai. Un atto d'amore.

La mamma di Arlecchino non dorme mai.
Un atto d'amore.

Di e con Roberto Faoro.
Drammaturgia, regia e scenografia a cura di Mirko Artuso.

A volte capita che la vita si capovolge. Da genitori si ritorna figli e, viceversa, da figli ci si ritrova ad essere genitori. Prendersi cura di chi ci ha donato la vita non è cosa alquanto semplice, soprattutto quando gli anni trascorsi assieme sono stati burrascosi. 

Un attore di mezza età si prende cura della mamma anziana. Nel farlo si lascia andare a ricordi, fino a confondere i suoi con quelli del personaggio che interpreta. Sono per lo più momenti di tenerezza, di rabbia e spensieratezza. Piccoli trucchi per convivere in serenità. Arlecchino e sua madre, l'attore e i suoi fantasmi.

Roberto Faoro si è sempre chiesto come poteva essere la mamma di Arlecchino: di quali stratagemmi si era servita per far crescere uno scavezzacollo come lui. Pare che la risposta l'abbia trovata direttamente nei suoi racconti ironici, pungenti e alle volte struggenti. 

Da questa intimità riemersa nella scrittura e dalle tante improvvisazioni. La lingua del teatro, la lingua madre, la lingua dei sentimenti, il dialetto. 

Un racconto di sopravvivenza e amore. Il teatro nel teatro, la maschera e il suo doppio, l'intimità di un rapporto umano allo specchio in cui tutti, riflettendoci, possiamo riconoscerci nella nostra personale e quotidiana esperienza di genitore o figlio. 

Info e prenotazioni: https://www.teatrodelpane.it/