Roberto Faoro: un poliedrico attore alla costante ricerca di nuove ispirazioni.

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Eclettico, creativo, estroso. Sono i tre aggettivi che definiscono ma non esauriscono la personalità dirompente di Roberto Faoro poliedrico attore, drammaturgo, regista e formatore conosciuto e apprezzato nel territorio delle Dolomiti Bellunesi, ma anche a livello nazionale. 

Un artista che nonostante il protrarsi della pandemia, non si è perso d'animo nel cercare di sfruttare questa "pausa piena", per dare vita a nuovi progetti e a riprenderne in mano altri, dedicandosi al contempo anche alla scrittura e lettura. Non potendo in questo momento portare in scena i suoi numerosi spettacoli come "Ho giocato a carte con l'assassino. Sergio Saviane e i delitti di Alleghe", "Annegati di Terra. La storia dei Fratelli Bisaglia", "Sogno di una Felice Europa", Faoro ha deciso di concentrare le sue energie sul fronte editoriale.

Recentemente, ha collaborato con Claudia De Mario alla stesura del docu - libro "Il paese che non c'è più. La storia di Vallesella", riportando alla luce una delle grandi storie bellunesi ancora poco conosciuta dalla gente, incentrata sulla devastazione di una piccola frazione del Comune di Domegge di Cadore, avvenuta nel 1950 a seguito della costruzione di una grande diga sul fiume Piave, per realizzare un serbatoio d'acqua da utilizzare per lo sviluppo dell'energia elettrica. Una decisione che presto si rivelò errata. Il lago sommerse case e ponti provocando fessurazioni e crolli, costringendo così gli abitanti ad abbandonare definitivamente le proprie abitazioni, provocando inevitabili danni all'economia locale dalla quale la maggior parte delle persone traeva beneficio. La pubblicazione contiene anche "Animo!", drammaturgia che l'attore feltrino ha ideato sempre al fianco della De Mario, tratta da questa pagina oscura della storia della Provincia di Belluno, paragonabile per certi versi alla nota tragedia del Vajont.

Proprio la presentazione del primo volume avvenuta lo scorso 17 ottobre, ha costituito l'evento di apertura della seconda edizione di "Tu chiamale se vuoi Emozioni" rassegna di teatro, musica e cultura presso la Sala Teatro San Giorgio di Domegge di Cadore, realizzata dal Comune in collaborazione con le Associazioni Culturali Teatro del Cuore e la Fontana Conta, programmazione che ha dovuto interrompersi il 24 ottobre. 

Lo stop all'attività di recitazione, ha permesso a Roberto Faoro di dedicarsi ad un'altra sua passione: la scrittura. Un primo testo ha riguardato proprio il ripercorrere le tappe più significative della sua vita abbastanza avventurosa, racchiuse in un'avvincente autobiografia, dove alcuni episodi particolarmente divertenti potrebbero dare l'ulteriore spunto per la messa in scena di uno spettacolo comico. 

Altro progetto editoriale di rilievo è quello nato dalla volontà di dare voce ai pensieri, alle riflessioni, paure ed emozioni vissute dai giovani ragazzi frequentanti i corsi di teatro estivi, vissute durante il periodo del primo lockdown. Racconti personali incentrati sull'improvviso e repentino cambio di vita della generazione dei Millennials, privati improvvisamente di ogni libertà a causa della comparsa di un virus invisibile, ma al tempo stesso molto potente. Pensieri che sono diventati materia per il saggio "Zoom: Racconto, Condivido, Rappresento" e la nascita di un libro di ben 96 pagine in procinto di stampa, dove sono riportate anche le immagini delle maschere raffiguranti il volto immaginario del virus realizzate durante il laboratorio teatrale. Un'importante occasione liberatoria dopo il periodo di quarantena in casa. 

Durante il periodo della pandemia in casa, Faoro non ha perso l'occasione per concentrarsi sulla lettura di diverse autobiografie tra cui quella del regista, sceneggiatore, attore, comico e scrittore Woody Allen, oltre all'approfondimento di altre opere letterarie come The Body di Stephen King, di cui pare abbia ricavato un copione teatrale per ragazzi.

Ma nella testa di Roberto Faoro ci sono ancora molti altri progetti e idee che gli frullano per la testa, pensate appositamente per continuare a promuovere la cultura teatrale in Provincia di Belluno, nella speranza di poterle sviluppare non appena le persone potranno ritornare a frequentare i teatri, in completa sicurezza. 

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Premi e riconoscimenti

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Una carriera sempre in salita! Il poliedrico artista e regista feltrino Roberto Faoro in breve tempo, ha fatto incetta di prestigiosi premi e riconoscimenti ufficiali che hanno contribuito a certificare il suo talento poetico, drammaturgico e teatrale. Certamente il più inaspettato è stato quello al Concorso di Poesia Habere Artem, promosso dal poeta - editore Giuseppe Aletti e da Francesco Gazzè, autore di molti testi delle canzoni del noto cantautore e bassista italiano Max Gazzè. Faoro ha sottoposto alla giuria esaminatrice due componimenti più recenti e uno risalente al 1982; proprio quest'ultimo, dal titolo Davanti al Fuoco, gli è valso l'ammissione alla finale del Concorso Internazionale di Poesia, che si terrà a Roma nel mese di marzo 2020.

Oltre ad aver riscoperto la propria vena artistica e poetica e ad aver vinto la reticenza a partecipare ai concorsi, il poliedrico artista ha avuto altresì conferma della sua capacità drammaturgica. Al Premio Internazionale Salvadore Quasimodo, Roberto Faoro, ha ricevuto, nella sezione teatro, una menzione speciale per il monologo Annegati di Terra - La storia dei Fratelli Bisaglia, che sul filone del teatro civile e di narrazione, ripercorre l'avventura e le vicende umane e politiche di Toni e Mario Bisaglia, ma anche la storia italiana dagli anni sessanta ai novanta, in un continuo gioco di intrecci e rimandi.

Anche il monologo Ho giocato a carte con l'assassino. Sergio Saviane e i delitti di Alleghe, ha riscosso un notevole apprezzamento al Roma Finge Festival, dove la giuria tramite una lettera, ne ha comprovato l'alta qualità di quest'opera teatrale, segnandola tra le meritevoli e inserendola in una rosa di ripescabili. Una risposta più che positiva che lo stesso Faoro ha preso come riconoscimento del valore del suo lavoro e del continuo aggiornamento professionale, che in passato era piaciuto a critici come il giornalista per Il Manifesto, Radio3, web e televisione Gianfranco Capitta e il Professore Universitario Roberto Canziani, riuscendo a catturare l'interesse e l'attenzione anche dei produttori di Zelig Circus, che gli hanno permesso di esibirsi in occasione della selezione degli attori da mandare in prima serata e in tv.

A chiudere il cerchio dei tanti premi, traguardi e riconoscimenti ottenuti nella lunga carriera di questo attore, drammaturgo e regista italiano, anche l'ammissione ad un Corso per Operatori Teatrali indetto dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, che offre in Italia percorsi di formazione per tutte le principali figure professionali nel campo del teatro, dell'intrattenimento e dello spettacolo dal vivo. 

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Biografia

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Esperienza, professionalità e passione per il mondo dell'arte e della recitazione sono le tre parole chiave che fanno di Roberto Faoro un poliedrico attore, drammaturgo, regista e formatore molto conosciuto e apprezzato nel territorio delle Dolomiti Bellunesi, ma anche a livello nazionale.

Anima e motore dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore, ha contribuito a promuovere e diffondere la cultura teatrale in Provincia di Belluno, ideando e realizzando numerose rassegne, laboratori, corsi e spettacoli teatrali che hanno riscosso negli anni un notevole successo di pubblico e critica, portando alla ribalta delle cronache nazionali la storia e i successi di questo attore e regista italiano.

Nato a Feltre il 14 settembre 1964, si laurea nel 1998 in Storia del Teatro presso l'Università Cà Foscari di Venezia, con una tesi su Paolo Rossi e la scena comica con il Professor P. Puppa, che lo definì: "un attore mai volgare unisce l'inquietudine della ricerca ad una profonda conoscenza delle proprie radici antropologiche", paragonandolo al Dario Fo giovane, dichiarando di essere il più importante attore in lingua dialettale vivente.

Nel pieno degli studi universitari, tra gli anni '87 e '89 frequenta un gruppo di teatro di strada; una straordinaria esperienza durante la quale gira l'Italia Centro Settentrionale in treno, recitando un canovaccio incentrato sul tema dell'AIDS. Fu proprio grazie a questo sketch che Faoro imparò l'arte dell'improvvisazione e ad usare correttamente la voce in scena, incontrando durante questa esperienza di teatro itinerante molti personaggi famosi tra cui Giorgio Gaber a Vicenza, Mariangela Melato a Cesena, Paolo Conte a Firenze, Bagget Bozzo a Milano, Sandra Milo e Edoardo Bennato a Parma.

Una volta maturato il desiderio di approfondire il mondo della recitazione, della dizione e dell'arte scenica, frequenta diversi laboratori e stage in Italia conoscendo registi e formatori di spicco, tra cui nel 1998 alla Scuola di Teatro Ulysses di Padova Nin Scolari, allievo di Grotowski, con il quale lavora sulla propria identità, allestendo tre spettacoli.

Negli anni seguenti partecipa a numerosi Festival della Comicità a Torino, Milano, Catania e Cagliari, aggiudicandosi il primo premio come attore comico a Marostica. Supera anche i provini di Zelig e si esibisce a Milano nel celebre locale in Viale Monza.

Il suo percorso formativo prosegue negli anni 2006 - 2007 come allievo e attore presso la Scuola Regionale Teatro Continuo di Padova gestita sempre da Nin Scolari, dove segue principalmente il metodo Grotowski delle azioni fisiche, portando in scena lo spettacolo teatrale "Ho Giocato a Carte con l'Assassino - Sergio Saviane e i Delitti di Alleghe" diretto dal regista Francesco Bortolini, ottenendo prestigiose recensioni e segnalazioni come attore sulla stampa nazionale.

Nel 2011 in collaborazione con Telebelluno e in sinergia con l'Associazione Teatro del Cuore di Feltre e Belluno, Roberto Faoro pone in essere la versione di questo spettacolo, presentato alla Fiera Internazionale del Libro di Torino per tramite della Regione Veneto, ottenendo ancora una volta visibilità su quotidiani come La Repubblica, L'Espresso, Il Manifesto, L'Avanti, Hystrio, Il Corriere del Veneto, Il Resto del Carlino, oltre che sulla stampa locale.

Dal 2008 al 2012 ricopre il ruolo di Direttore Artistico organizzando numerose rassegne e spettacoli teatrali in Provincia di Belluno, collaborando con la scrittrice napoletana Vania Russo al testo del copione "L'Incendio di Feltre. Tragedia del Possesso", inerente la distruzione della città medioevale avvenuta nel 1510, per mano dell'esercito imperiale asburgico di Massimiliano, curandone anche la regia.

L'anno 2014 segna il debutto al Teatro Comunale di Belluno di "Annegati di Terra. La Storia dei fratelli Bisaglia", spettacolo ideato da Roberto Faoro coprodotto in sinergia con l'Associazione Teatro del Cuore e TIB Teatro Residenza Teatrale e, nel 2015, dalla consolidata rassegna di teatro comico, satira e cabaret "Sena Ridens", patrocinata del celebre vignettista e giornalista italiano Vincenzo Gallo, detto Vincino, amico e collaborando di Vauro.

Nel 2018 il drammaturgo e regista feltrino viene selezionato a livello nazionale per il progetto I Love Actors promosso dell'Agenzia Avangard di Milano, sulle piccole realtà nazionali che promuovono la cultura teatrale con competenza e passione.

Proprio lo scorso anno è iniziata per l'attore una tournèe europea che ha attraversato Spagna, Inghilterra, Germania, Polonia, Belgio e Italia, per concludersi quest'anno a Bruxells con il monologo "Sogno di una felice Europa" scritto dallo stesso Faoro, con musiche di Piero Bolzan e luci e audio di Valerio Scremin.

Roberto Faoro - Perchè ho deciso di insegnare teatro.

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