"A proposito del Teatro". Tre interviste a personalità illustri del settore.

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In attesa della futura riapertura dei teatri e della ripresa degli spettacoli dal vivo, l'Associazione Culturale Teatro del Cuore di Feltre e Belluno e Dolomiti Lab S.r.l. Impresa Sociale, ente del terzo settore che ha aperto lo spazio d'innovazione Dolomiti Hub a Fonzaso, organizzano insieme un'occasione di dialogo e approfondimento sul mondo del teatro e dello spettacolo italiano, attraverso alcune tra le sue personalità più rilevanti. 

L'associazione Culturale Teatro del Cuore promuove da oltre vent'anni la cultura teatrale nel territorio delle Dolomiti Bellunesi organizzando corsi di teatro, di lettura espressiva, dizione e scrittura creativa per adulti e giovani. 

Dolomiti Hub, invece, nonostante sia nato solo nel 2020, ha già al proprio attivo un notevole palinsesto di eventi culturali, sia in presenza sia online, e nei prossimi mesi nell'ex opificio in via Monte Vallorca 9 a Fonzaso, dopo un percorso di rigenerazione in corso, aprirà anche una sala teatro e cinema. 

Dalla sinergia tra queste due realtà culturali e dalla comune considerazione del teatro come "arte dell'incontro" ed elemento di socialità culturale, nasce così una rassegna monotematica di tre eventi online, dal titolo "A Proposito del Teatro", che in tre venerdì sera di questo mese (16, 23 e 30 aprile) alle ore 21.00 vedrà come protagonisti un attore pluripremiato (Tindaro Granata), un pluripremiato regista (Alessandro Serra) e un importante critico teatrale (Claudia Cannella), tutti intervistati dal poliedrico attore, drammaturgo, regista e formatore feltrino Roberto Faoro.

Le conversazioni online, a cui si potrà partecipare gratuitamente collegandosi alla pagina Facebook o al canale Youtube di Dolomiti Hub, consentiranno al pubblico appassionato di teatro di guardare questo linguaggio artistico da una prospettiva diversa, oltrepassando la linea che divide palco e platea, ascoltando la voce di chi gli da forma come regista, attore o critico.  

 

Il programma

16 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA A TINDARO GRANATA.

Nato a Tindari (ME) nella seconda metà del 900, si diploma all'Istituto per Geometri di Patti e, appena ventenne, si imbarca su Nave Spica in qualità di Meccanico Artigliere. Dopo aver trascorso un anno in mare, nel 1999 si trasferisce nella Capitale con il sogno di iniziare a fare teatro. 

Pur non avendo alcuna formazione accademica, il suo percorso inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, in occasione della messa in scena dello spettacolo "Pulcinella". A seguito di un grave incidente ad un ginocchio, fu costretto a sospendere la sua attività per un periodo di tempo prolungato, ricominciando con fatica, ma trovando sempre sulla strada professionisti che l'hanno aiutato a rimettersi in gioco, continuando a crescere. 

Nel 2009 si trasferisce a Milano dove incontra Carmelo Rifici, con il quale inizia una proficua collaborazione in diversi spettacoli come "Il Nemico" e "La Testa del Profeta" per il Festival di San Miniato, "Il Gatto con gli Stivali" e "Giulio Cesare" messi in scena al Piccolo Teatro di Milano, "Federa" di Euripide per il Festival del Dramma Antico di Siracusa. 

In veste di drammaturgo / regista / attore esordisce nel 2011 con "Antropolaroid" uno spettacolo sulla storia della sua famiglia, che gli vale la "Menzione Speciale" al concorso Borsa Teatrale Anna Pancirelli, il Premio "ANCT 2011" conferito dall'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come "Miglior Spettacolo d'Innovazione" e, infine, il Premio "Fersen" in qualità di attore creativo. 

23 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA AD ALESSANDRO SERRA.

Avvicinatosi al mondo del teatro attraverso gli esercizi di trascrizione per la scena delle opere cinematografiche di Ingmar Bergman, si forma come attore a partire dallo studio delle azioni fisiche e dei canti vibratori nel solco della tradizione di Grotowski, per poi arrivare alle leggi oggettive del movimento di scena trascritte da Mejercho'Id e Decroux

In seguito integra la sua formazione teatrale con le arti marziali, disciplina che pratica sin da giovanissimo. Nel frattempo si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo all'Università la Sapienza di Roma, con una tesi sulla drammaturgia dell'immagine. 

Nel 1999 fonda la Compagnia TeatroPersona, con la quale comincia a mettere in scena le proprie opere che scrive e dirige, curandone scene, luci e costumi. Tra il 2006 e il 2011 il suo costante lavoro di ricerca sulla scena come puro fatto metrico, si concretizza in una trilogia del silenzio composta dagli spettacoli Beckett Box, Trattato dei Manichini (Premio ETI Nuove Creatività e Premio di Scrittura di Scena Lia La Pini) e Aure.

Nel 2009 prende forma la sua prima opera per l'infanzia, il Principe Mezzanotte, presentato in oltre 20 repliche in Italia e all'estero. 

Nel 2013 crea il "Grande Viaggio" (Premio del Pubblico al FIT Festival di Lugano), mentre nel 2015 L'Ombra della Sera" e "H+G", premio Eolo 2015. 

Ma il successo della sua carriera arriva nel 2017 con lo spettacolo "Macbettu", tratto dall'opera di Shakespeare e recitato in lingua sarda, che gli vale il Premio ANCIT 2017 come miglior attore dell'anno. Al MESS Festival di Sarajevo Macbettu trionfa con la Golden Mask - Oslobodenje, oltre al Luka Pavlovic Theater Critics e, infine, il Grand Prix Golden Laurel Wreath Award ad Alessandro Serra, come miglior regista. 

30 APRILE 2021 - ORE 21.00 INTERVISTA A CLAUDIA CANNELLA.

Attuale presidente di Hystrio - Associazione per la Diffusione della Cultura Teatrale, si laurea in Lettere Moderne all'Università di Pavia, conseguendo il dottorato di ricerca in Storia del Teatro all'Università di Firenze. Giornalista pubblicista dal 1992, è collaboratrice fissa per quanto riguarda il teatro di prosa del Corriere della Sera e del suo inserto ViviMilano. 

Sempre in ambito teatrale ha collaborato con Pass Milano, Ridotto, Ricordi Oggi, Il Castel di Elsinore, Drammaturgia, Il Patologo, Teatri della Diversità, oltre che con la Scuola Paolo Grassi, con il Teatro Franco Parenti, con l'Università Statale / Scienza della Musica e dello Spettacolo e con il Comune di Milano, dove è entrata anche a far parte della Commissione di Valutazione del Sistema delle Convenzioni Teatrali. 

Moderatrice dal 2017 degli incontri con gli artisti della Biennale Teatro di Venezia, ha fatto e tuttora fa parte della giuria di alcuni premi teatrali come Premio Hystrio, Premio UBU, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT). Dal 2016 riveste anche il ruolo di vice presidente ANCT. 

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A Feltre è nata la compagnia Teatro del Cuore Ragazzi

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C'è sempre una prima volta! A Feltre dal 2019 esiste una compagnia teatrale costituita da ragazzi di età compresa fra i dodici e i diciassette anni, che hanno frequentato i laboratori condotti dall'attore, drammaturgo, regista e formatore Roberto Faoro, nonchè fondatore dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore.
In un clima libero da giudizi, nel quale è stato possibile sbagliare e ricominciare in libertà, i novelli attori hanno compiuto un viaggio alla scoperta dell'arte, della recitazione e della cultura teatrale, esercitandosi a livello corporeo, vocale, respiratorio e gestuale, con lavori d'ensamble individuali, a coppie, improvvisazioni corporee e verbali concentrandosi sulla costruzione del proprio personaggio. Il tutto seguendo varie metodologie da M. Cechov e Grotowski da Strasberg a Stanislawskij da Brook a Scolari e altri.

Nel ruolo di docente Roberto Faoro ha cercato di indirizzare gli allievi verso la visione del teatro come possibile specchio dell'anima e, nello stesso tempo, come occasione di crescita personale in termini di autostima con ricadute positive anche in ambito scolastico, quali ad esempio una maggiore disinvoltura nell'esposizione, nella lettura, nell'espressività vocale e corporea in genere.

Tra i molteplici progetti, laboratori e spettacoli teatrali portati in scena dalla Compagnia, "Immaginario il Malato" liberamente tratto dalla commedia di Molinèere e "Fanciulli e più che Uomini", tratto dall'opera di Giacomo Leopardi che ricorda come il pensiero unito all'immaginario e non agli umori incontrollati della pancia, possono salvarci dalla violenza e dalla confusione. Un omaggio anche all'Infinito, poesia ancor'oggi capace di toccare le nostre corde più profonde.

Al Teatro del Cuore sono approdati centinaia di giovani con i loro dolori, le loro speranze, gioie ed entusiasmi; alcuni si sono diplomati all'Accademia, altri, i più, hanno acquisito maggiore autostima, consapevolezza e sicurezza. Qualche tempo fa due giovani hanno realizzato un video in cui hanno espresso questi sentimenti. Aver dato un piccolo contributo alla realizzazione dei sogni dei giovani è la più grande soddisfazione di questo magico mondo del teatro. 

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Teatro, Scuola dell'anima. Vincere la timidezza e diventare più consapevoli.

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Lo spazio del laboratorio è quel luogo straordinario, protetto, contenuto, dove le parole, le emozioni e le azioni non hanno conseguenze sulla vita, almeno non direttamente; è una palestra dove ci si può allenare nello scambio di parole, azioni, emozioni. Gli esercizi servono a sperimentare condizioni di apertura corporea ed emotiva e la ripetizione serve a far sì che esse divengono automatismi, quindi ricchezza personale.

In oltre vent'anni dedicati alla conduzione di laboratori teatrali, ho avuto modo di vedere quali siano i benefici dell'arte scenica, a volte molto evidenti: essa migliora l'autostima, la consapevolezza di sè: con l'esercizio, si smussano forme di timidezza a favore della capacità di parlare in classe o in pubblico.

La sala dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore è punto di riferimento per i ragazzi, per gli adulti e per i genitori, ma spesso anche per gli psicologi dell'età infantile e dell'adolescenza che consigliano, anche a giovani con piccole difficoltà, di affiancare al loro percorso quello teatrale. Per questo in sala, l'obiettivo è quello di creare un ambiente privo di giudizi e competizioni, un luogo in cui poter sbagliare e ricominciare. In questo, cerco di essere un catalizzatore, nel senso che tento di creare un'atmosfera che consenta piccole scoperte e liberazioni.

Il teatro è relazione, con se. con gli altri e con il pubblico, un luogo in cui è possibile viaggiare nel tempo, nello spazio. Come diceva Michail Cechov: "Il teatro è il luogo in cui l'utopia, il sogno possono farsi carne anche se per un breve istante" e, basandosi proprio su questi principi, il motto che guida questo lavoro, anche all'interno dei laboratori è: "Qualsiasi via è soltanto una via e non c'è nessun affronto a se stessi o agli altri nell'abbandonarla, se questo è quello che il cuore ti dice di fare; esamina ogni via con accuratezza e poi poni a te stesso, e soltanto a te stesso, una domanda: questa via ha un cuore? Se lo ha la via è buona, se non lo ha, non serve a niente".

Del resto, lo diceva anche il Piccolo Principe di Saint - Exupèry: "Non si vede bene se non con il cuore". Da queste basi è salpata l'idea di un Teatro che non fosse solo momento narcisistico o esibizionistico, ma un mezzo per entrare in relazione con se stessi e gli altri; dove gli altri non siano meri oggetti per il nostro piacere di attori ma fratelli e sorelle che insieme agli altri artefici, traghettatori, intraprendono un viaggio dentro una storia.

Credo che promuovere e dedicare la vita a questo sia una piccola forma di rivoluzione, un messaggio umile ma appassionato ai giovani, che esiste una strada, che una vita diversa possa trovare una via, per non essere solo storno buon appetito come chiamava Bach nel gabbiano J. Livingston, cioè quei gabbiani che non cercano nulla nella vita se non il cibo.

Al Teatro del Cuore sono approdati centinaia di giovani, con i loro dolori, le loro speranze, le gioie, gli entusiasmi; alcuni si sono diplomati all'Accademia, altri, i più, hanno acquisito autostima, consapevolezza, sicurezza. Qualche tempo fa due giovani hanno realizzato un video in cui hanno espresso questi sentimenti.

Mattia, 15 anni, racconta: "Ho iniziato a frequentare i laboratori perchè volevo togliermi lo schermo che spesso, quasi sempre, mettevo tra me e gli altri. Ora questo problema non ce l'ho più grazie al corso. All'inizio ero timido, introverso, ora mi sento molto più libero di essere me stesso".

E Alyssa conferma lo stesso: "Mi ha aiutato a vincere la timidezza e la paura di stare al centro dell'attenzione. Apprezzo il gruppo che si crea con gli altri, persone con la stessa passione e che non giudicano; le prove sono il momento in cui imparare dai propri errori e quelli degli altri, senza sentirsi a disagio."
Aver dato un piccolo contributo alla realizzazione dei sogni dei giovani è la più grande soddisfazione di questo magico mondo. Roberto Faoro.

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